Il Trasformatore

L'Esperienza di Faraday-Lenz: dal Campo Magnetico al Campo Elettrico.

Esattamente 10 anni più tardi, in Inghilterra, il fisico Micheal Faraday, e contemporaneamente in Russia il fisico russo Heinrich Lenz, si concentrarono sullo studio dei fenomeni derivati dalle interazioni dei materiali magnetici. Faraday e Lenz contribuirono, infatti, a chiudere il cerchio aperto da Oersted tra Magentismo ed Elettricità

I due fisici condussero quasi in concomitanza e con grande ingegno un esperimento, che stravolse la comunità scientifica. Mentre era solo nella sua abitazione di Melbourne, Faraday preparò un tubo circolare le cui estremità erano collegate ad una batteria. Poi usò un magnete artificiale, e notò che non appena lo avvicinava al tubo, e quindi il tubo risentiva il campo magnetico più intenso, esso era percorso da corrente in un verso specifico mentre quando lo allontanava, e quindi il tubo risentiva di un campo magnetico via via meno intenso, la corrente circolava nel tubo in maniera opposta. E non solo, non appena l'oggetto era fermo, il flusso di corrente era nullo.

Ciò significava che nel tubo era possibile generare una corrente alternata (ovvero in versi opposti) attraverso il movimento ripetuto, in direzioni opposte, del magnete artificiale. 


L'esperimento di Faraday mostrò che: un campo magnetico variabile nel tempo, genera su un conduttore un flusso di corrente in un verso predefinito.

Lenz, invece, condusse un altro esperimento. Egli infatti predispose il filo di ferro attorno ad un nucleo isolante cilindrico. Il filo, avvolto lungo il cilindro, formava un numero prestabilito di 10 avvolgimenti, o spire, lungo il nucleo, e le sue estremità erano collegate ad un Voltmetro, capace di misurare la tensione. Avvicinando poi ripetutamente un magnete in direzione del filo avvolto, si accorse che, non solo nel filo fluiva corrente in un determinato ma che la differenza di potenziale era anche legata al numero delle spire! 


In altri termini, maggiore era il numero di spire, maggiore era la differenza di potenziale che si misurava ai capi del filo conduttore. Naturalmente minore era il numero di spire, minore era la differenza di potenziale.

Vediamo ora come questi due importanti esempi siano la base del funzionamento del trasformatore. Non ci credete? Seguiteci nel prossimo paragrafo!