Il Personal Computer

Storia del pc (1a parte)


La storia del computer ha delle radici incredibilmente antiche che risalgono intorno alla metà del 1600, anni in cui Blase Pascal e Gottfried Wilhelm von Leibniz per primi realizzarono degli strumenti capaci di effettuare dei calcoli in modo automatico. Si trattava ovviamente di macchine rudimentali che potevano compiere operazioni matematiche piuttosto semplici ma di fatto avviarono lo sviluppo di una nuova disciplina: l'Informatica.


La macchina di Leibniz

Il primo apparecchio assimilabile ad un computer risale al 1925, anno in cui il famoso Massachusetts Institute of Technology progettò il Differential Analyzer, il primo calcolatore meccanico di uso pratico. Questa macchina (uno scatolotto di legno pieno di valvole termoioniche e di parti meccaniche) era in grado di risolvere equazioni differenziali contenenti fino a 18 variabili. Ne vennero prodotti circa una dozzina di esemplari che vennero acquistati per lo più dall'esercito.

Negli anni della seconda guerra mondiale, lo sviluppo degli elaboratori accellerò in maniera considerevole. Durante il conflitto, infatti, diversi specialisti americani e inglesi, diretti dall' ungherese Alan Mathison Turing (considerato a ragione il vero padre del computer), riuscirono a decrittografare i messaggi tedeschi (codificati tra l'altro con una macchina appositamente realizzata in germania) usando un calcolatore elettromeccanico che poteva lavorare ad altissima velocità. Proprio questo calcolatore (chiamato Colossus) permise agli alleati di avere la meglio sui nazisti che non potevano più comunicare in segreto tra loro!


Colossus

Colossus era fornito di 1.500 valvole e pesava più di una tonnellata. Non aveva memoria e non poteva essere programmato ma poteva elaborare più di 5.000 caratteri al secondo e decifrare ogni giorno più di 4.000 messaggi segreti tedeschi, giapponesi e italiani. Churchill, non si rese conto fino in fondo delle enormi possibilità date dai calcolatori e dalle teorie di Turing e dopo la guerra, ordinò di smontare e distruggere tutti i modelli di Colossus utilizzati per sconfiggere i nazisti.

Negli anni successivi alla guerra i calcolatori vennero sviluppati ancora soprattuto per scopi militari e nacquero così i primi megacalcolatori, macchine gigantesche costituite da migliaia e migliaia di componenti che venivano usate per calcoli matematici. Tra questi vale la pena di ricordare il famoso Eniac (Electronic Numerical Integrator and Calculator) che era composto da circa 17 mila valvole, 70 mila resistenze e 10 mila condensatori per un peso complessivo di oltre 30 tonnellate. Il suo costo fu di quasi mezzo milione di dollari, una cifra spropositata (per gli anni 40!) che l'esercito americano spese per poter calcolare in modo veloce e sicuro le tabelle balistiche che venivano usate dall'artiglieria per usare al meglio i propri cannoni e proiettili.


Il mastodontico Eniac

Durante la campagna di guerra del Nord Africa nel 1942, gli americani avevano capito che, a causa delle differenti caratteristiche e peculiarità del terreno, così diverso rispetto a quello americano, i tiri dell'artiglieria risultavano assai imprecisi. Allo stesso tempo, però, ricalcolare a mano tutte le precedenti tabelle era un'impresa a dir poco impossibile. Tanto per fare un esempio, per stilare una semplice tabella balistica occorreva calcolare dalle duemila alle quattromila traiettorie, ognuna delle quali richiedeva all'incirca 750 moltiplicazioni. Ecco perché il contributo di Eniac fu importantissimo, in quanto fu capace di calcolare una determinata traiettoria in appena 30 secondi contro le quasi venti ore necessarie a un matematico con l'ausilio di una calcolatrice elettromeccanica.

Considerato una meraviglia del suo tempo, questo gigante rimase in servizio per nove anni, fino a quando divenne praticamente impossibile usarlo a causa dei continui guasti e per le enormi spese di manutenzione (una squadra di dieci tecnici era sempre disponibile ventiquattro ore al giorno). Dato l'enorme calore sprigionato e la fragilità dei suoi componenti, l'Eniac si guastava in media ogni cinque ore e mezza e in un anno era capace di bruciare quasi 20 mila valvole.